L’astensione, a carattere nazionale, a Venezia si è legata alla vertenza locale sulla disdetta aziendale dell’integrativo. Lavoratori, delegati sindacali e sindacalisti a Venezia si sono dati appuntamento al presidio delle 10, a palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale, dove alcune delegazioni accompagnate dalle forze dell’ordine sono state ricevute. «Deve passare il messaggio che se stiamo osservando limiti di velocità e regole è per una sicurezza dei passeggeri e dei lavorarori e per garantire la salute pubblica facendo rispettare le norme anti contagio.
Il gruppo Avm Actv ha informato che lo sciopero a Venezia è dalle 12 alle 15 del 23 aprile e potrà interessare anche i servizi Vela, azienda della holding Avm. Non è garantita la percorrenza di mezzi di navigazione, tranviari e automobilistici urbani ed extraurbani, il servizio People mover Tronchetto-Marittima-piazzale Roma, le biglietterie Venezia Unica, gli uffici Avm aperti al pubblico e i parcheggi (Autorimessa di piazzale Roma, Park Sant’Andrea, Park Candiani e Park Costa) che potranno subire irregolarità. A Venezia è previsto un presidio con volantinaggio in calle XXII Marzo a San Marco, davanti alla sede del Consiglio regionale dalle 10 alle 13. «Insieme alla Fit Cisl e alla Uiltrasporti, abbiamo scritto – dichiara Renzo Varagnolo segretario generale Filt Cgil Veneto – all’assessore regionale ai Trasporti, Elisa De Berti, per chiedere un incontro. Siamo consapevoli delle difficoltà anche delle aziende, soprattutto per la mancanza delle entrate del turismo, ma riteniamo che ciò non giustifichi il mancato rinnovo del Ccnl, mentre altri lavoratori dei traporti, che hanno sofferto la stessa crisi sociale ed economica, hanno rinnovato il loro contratto, come i portuali, la logistica e trasporto merci, i marittimi, i ferrovieri. È aperta la vertenza per la disdetta unilaterale aziendale del contratto di secondo livello, dal 26 gennaio scorso, che ad oggi non ha raggiunto alcuna composizione, mentre è aperto un tavolo tecnico con esponenti del governo, l’amministrazione comunale, l’assessore ai Trasporti regionale Elisa De Berti, per il riconoscimento della specialità lagunare e delle risorse per risolvere problemi strutturali dei servizi.
Domani, giovedì 25 febbraio, le sigle hanno convocato una conferenza stampa per spiegare le iniziative in programma il 6 marzo per coinvolgere la città». Con un’interrogazione al sindaco ci facciamo interpreti del disagio della popolazione, chiedendo il ripristino di collegamenti adeguati e una mobilità sicura ed efficiente». La mobilitazione, a Venezia e provincia, è partita dopo che il gruppo Avm Actv ha deciso di sospendere gli accordi di secondo livello e gli integrativi in busta paga.
«Lo sciopero è la conseguenza del rifiuto di Avm di ritirare la disdetta del contratto integrativo», commenta il segretario regionale Articolo Uno Gabriele Scaramuzza. «Siano assicurati i collegamenti con le isole e con gli ospedali e siano evitati gli assembramenti», scrive il gruppo consiliare Venezia è Tua. Rispetto alle problematiche di Venezia abbiamo ribadito che la situazione è al collasso e che in questi ultimi weekend è anche peggiorata, chiedendo l’intervento della Regione nei confronti del Comune affinché accetti le proposte sindacali, partendo dallo sblocco del turnover».
È sciopero nazionale di 4 ore venerdì 23 luglio, Avm Actv informa che è stata proclamata, per la sera un’astensione nazionale da parte di una sigla sindacale, Usb Trasporti, che potrà interessare il personale Actv dei servizi di navigazione, tranviario e automobilistico urbano ed extraurbano. Il servizio People Mover di collegamento tra piazzale Roma, Marittima e Tronchetto sarà invece regolare. Per il gruppo Avm/Actv, invece, la situazione finanziaria è talmente grave da non rendere più possibile garantire il pagamento degli stipendi ai 3.100 dipendenti, nel giro di qualche mese. Per l’azienda le nuove disposizioni di servizio applicate dal primo aprile su turni, soste, pause, riposi e ferie vanno nella direzione di recuperare produttività; per i sindacati e i lavoratori, invece, queste modifiche sono di fatto inapplicabili e sarebbero alla base dei ritardi e dei disguidi che si ripetono da giorni sui trasporti. Lunedì 8 marzo è sciopero generale nazionale di 24 ore nei settori privati e pubblici, escluso il comparto scuola.
Se fino a oggi ci abbiamo messo del nostro per garantire la puntualità ora non ce la facciamo più perché i tempi sono ancora più ristretti e se poi capita qualcosa, come quella volta che un passeggero è caduto in acqua, la responsabilità è del pilota, non dell’azienda», spiega Michele De Col di Actv e consigliere di Municipalità di Venezia. Economia Il porto si è fermato, altissima adesione dei lavoratori allo sciopero Le segreterie di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, esprimono “grande soddisfazione per la massiccia partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori del porto di Ravenna e per la condivisione delle motivazioni che hanno portato all’azione di lotta”.
Il segretario del sindacato Sgb che ha indetto le 3 ore di sciopero, Danilo Scattolin, parlando a nome dei lavorotori ha chiesto a Seno il ritiro della disdetta della parte normativa del contratto integrativo. Ha implorato di riportare la situazione dei turni, giro in gondola delle pause, delle soste e dei riposi a com’era prima del 7 aprile, quando le disposizioni di servizio sono diventate operative unilateralmente. Seno ha fatto sapere che tutto verrà discusso al tavolo con il sindaco, ma non ha concesso alcun margine sul ritiro della disdetta che in molti fra i lavoratori stavano scandendo in coro. Il primo cittadino Luigi Brugnaro, poche ore, prima aveva aperto all’incontro con le organizzazioni sindacali e l’azienda, raccomandando di non rinunciare al tavolo aziendale.
A rischio stop i trasporti, i servizi sanitari, l’asporto rifiuti, gli uffici per le pratiche. Tra le motivazioni dello sciopero ci sono la violenza di genere e le disparità lavorative e salariali. «Malgrado le risorse stanziate dal governo – scrivono – e i provvedimenti legislativi che si sono susseguiti per fronteggiare gli impatti negativi della pandemia sulla domanda di mobilità che valgono circa 2,8 miliardi di euro in favore delle aziende, le rappresentanze aziendali continuano a sostenere proposte irricevibili e a negare a lavoratrici e lavoratori del Tpl il rinnovo del contratto di settore. Martedì 1 giugno è stato proclamato uno sciopero nazionale di categoria di 24 ore che potrà interessare il personale Actv dei servizi navigazione, automobilistici, tranviari. «Nessun passo avanti per superare la disdetta – ha detto Valter Novembrini Cgil – Nessun suggerimento accolto da Avm, neppure dopo le mozioni della regione e del Consiglio comunale. Lo sciopero in programma non è solo a difesa dell’integrativo e degli accordi della contrattazione di secondo livello, ma a tutela del diritto di mobilità e del servizio pubblico cittadino.
Tra le organizzazioni sindacali, «daremo indicazione ai lavoratori di aderire», fa sapere la Filt Cgil. Nessun commento per ora da Fit Cisl, mentre Faisa Cisal non aderisce allo sciopero indetto dal sindacato di base. «Essendo la mobilitazione di sciopero motivata da rivendicazioni di carattere politico, l’organizzazione sindacale si ritiene esente dalle procedure di conciliazione e raffreddamento così come previsto dalle vigenti normative e leggi che regolamentano l’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali», scrive la sigla Usb dei trasporti nazionale. Questo si riferisce anche alla vertenza e procedura di raffreddamento in corso fra sindacati e azienda del trasporto pubblico locale veneziano. Dopo i ritardi e le corse saltate del 7 aprile, che hanno causato polemiche nel primo giorno di applicazione delle nuove disposizioni aziendali, il direttore del personale Carlo Alberto Papaccio ha inviato una comunicazione ai rappresentanti sindacali.
- Una manovra che comporta tagli a circa 3.100 dipendenti e che l’azienda ha giustificato mostrando i numeri delle perdite conseguenti alla pandemia, quantificate in 61 milioni di euro nel 2021.
- «Siano assicurati i collegamenti con le isole e con gli ospedali e siano evitati gli assembramenti», scrive il gruppo consiliare Venezia è Tua.
- Se fino a oggi ci abbiamo messo del nostro per garantire la puntualità ora non ce la facciamo più perché i tempi sono ancora più ristretti e se poi capita qualcosa, come quella volta che un passeggero è caduto in acqua, la responsabilità è del pilota, non dell’azienda», spiega Michele De Col di Actv e consigliere di Municipalità di Venezia.
- Il fallimento delle trattative, che i sindacati avevano detto di temere 5 giorni fa, si è concretizzato.
- Con un’interrogazione al sindaco ci facciamo interpreti del disagio della popolazione, chiedendo il ripristino di collegamenti adeguati e una mobilità sicura ed efficiente».
«Dieci persone in più nella navigazione non risolvono tutto ma sono un passo avanti – ha detto Stefano Boscolo di Ugl – Abbiamo chiesto di divedere le perdite della pandemia dai problemi strutturali, in un tavolo istituzionale, ma è il sindaco che deve far qualcosa». Lunedì Avm ha convocato i sindacati, ma le organizzazioni a questo punto hanno detto di voler attendere l’incontro con il sindaco Brugnaro. Con Ciambetti c’erano i consiglieri Marco Dolfin , componente di maggioranza della Commissione trasporti del Consiglio, Jonatan Montanariello , vicepresidente della stessa Commissione, e Raffaele Speranzon, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale. Tra i temi affrontati il rinnovo del contratto di lavoro, scaduto da diversi anni , le condizioni di lavoro, in particolare dal punto di vista della sicurezza, il tema della mancanza di autisti, e più in generale il riconoscimento del diritto alla mobilità dei cittadini. Nel corso dell’incontro sono state rappresentate la specificità veneziana e la complessità dei rapporti istituzionali che coinvolgono anche l’amministrazione comunale». intervenire e modificare l’ossessionante e vizioso criterio che, inneggiando al risparmio, vede però bruciare fior di soldi pubblici attraverso appalti e subappalti ad aziende che offrono servizi di scarsa qualità e lavoro sottopagato garantendosi però profumati profitti.
Lo sciopero, che ha inevitabilmente carattere locale essendo stati disdettati con atto unilaterale aziendale gli accordi normativi vigenti su orari, turni, pause e riposi, il primo aprile scorso, sia sul trasporto navale che automobilistico e tranviario, ha origini nazionali nella protesta contro il mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per il comparto. I settori ferroviario e del trasporto pubblico locale Sgb hanno indetto perciò l’astensione in tutta Italia . Il sindacato Usb ha proclamato per venerdì 23 luglio 2021 uno sciopero nazionale di 4 ore del trasporto pubblico locale, con le modalità che verranno stabilite dai singoli territori. A un mese dallo sciopero dell’8 febbraio scorso c’è stato un nuovo «nulla di fatto» per i sindacati del trasporto pubblico locale veneziano, Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl e Usb, al tavolo in prefettura di oggi, mercoledì 24 febbraio. Le sigle hanno confermato lo sciopero annunciato, per il 6 marzo, con un manifestazione alla stazione di Venezia. Il fallimento delle trattative, che i sindacati avevano detto di temere 5 giorni fa, si è concretizzato.
Una manovra che comporta tagli a circa 3.100 dipendenti e che l’azienda ha giustificato mostrando i numeri delle perdite conseguenti alla pandemia, quantificate in 61 milioni di euro nel 2021. Con la rivisitazione dell’integrativo l’azienda ritiene di poter recuperare il 14% del buco, 8,5 milioni circa. «Se avessimo parlato subito, prima della disdetta, non saremmo arrivati a questo punto», ha commentato Novembrini alla fine.